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ChatGPT torna disponibile in Italia: il punto sul servizio di intelligenza artificiale

Dopo varie settimane di blocco, ChatGPT torna ad essere di nuovo disponibile anche in Italia. È del 28 aprile, infatti, il comunicato stampa pubblicato sul sito del Garante per la protezione dei dati personali (GPDP) dove si annuncia la riapertura della piattaforma, garantendo più trasparenza e più diritti a utenti e non utenti europei.

Prima di capire in cosa consistono le novità, è doveroso fare un passo indietro per capire meglio la questione.

La vicenda risale al 31 marzo 2023, quando il Garante per la privacy, sempre attraverso un comunicato pubblicato sul suo sito, dispose:

“con effetto immediato, la limitazione provvisoria del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti di OpenAI, la società statunitense che ha sviluppato e gestisce la piattaforma.”

Le motivazioni individuate dal Garante e alla base di tale decisione sarebbero state essenzialmente tre:

  • la mancanza di un’informativa agli utenti circa la raccolta di dati personali loro inerenti e l’assenza di una base giuridica che ne giustifichi la raccolta e conservazione;
  • le informazioni offerte non sempre coincidenti con dati reali;
  • la mancanza di un filtro di verifica per l’età degli utilizzatori, essendo un servizio rivolto ai maggiori di 13 anni.

L’Italia è stata dunque il primo paese in assoluto a sollevare questa questione e, dalle agenzie di stampa europee, ne è emerso che anche altri paesi europei si sono interessati a questo tema.

Con il comunicato del 28 aprile sono stati quindi resi noti i provvedimenti che OpenAI ha deciso di mettere in atto per rispondere alle richieste sollevate dal Garante.

Vediamole nel dettaglio.

Innanzitutto, non appena si accede al sito, viene chiesto attraverso una finestra di inserire la propria data di nascita e successivamente di confermare di avere più di 18 anni o più di 13 anni ma con il consenso dei genitori. Entro metà maggio, però, OpenAI dovrà esporre le modalità con cui intente procedere in maniera più effettiva nell’age verification.

Nel pop-up attraverso cui si fa l’accesso, è stato inserito un richiamo alla policy sulla privacy aggiornata al 27 aprile, che chiarisce quali dati vengono raccolti, come vengono trattati ed informa gli utenti come tali dati siano usati per addestrare l’algoritmo in base ai propri interessi e come chiunque possa opporsi al trattamento dei dati personali attraverso un modulo.

Sono stati implementati poi due aggiornamenti anche per gli utenti di paesi al di fuori dell’Italia ovvero:

  • una sorta di modalità in incognito che disattiva la cronologia della chat e impedisce dunque che i dati siano usati per addestrare l’algoritmo;
  • la possibilità per gli account business di avere più controllo sui propri dati grazie a modalità semplificate di estrazione che permettono di poter chiedere la modifica o la cancellazione di alcuni dati.

Il Garante ha reso noto che le modifiche e le strategie intraprese da OpenAI siano soddisfacenti e rappresentino un passo in avanti per coniugare il progresso tecnologico con il rispetto dei diritti delle persone.

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