"Show, don't tell": il marketing esperienziale

« Show, don’t tell ». È questo il principio guida del marketing esperienziale, disciplina che negli ultimi anni sta sempre di più prendendo piede nel mondo dei brand.

Di fatto, se il marketing tradizionale attribuisce importanza al prodotto o servizio in sé e per sé ed è ancora abbastanza utilizzato nel mondo del B2B, il marketing esperienziale si concentra in modo preponderante sulla creazione di una vera e propria esperienza di vendita da proporre al consumatore finale.

Ma in cosa consiste un’esperienza di vendita? Nel mondo fortemente digitalizzato in cui viviamo al giorno d’oggi, affollato di voci che si sovrappongono e si perdono, quello su cui le aziende puntano è stabilire una connessione con il pubblico, coinvolgendolo sensorialmente ed emotivamente, non solamente per vendere, ma anche per aumentarne la fidelizzazione e la raccolta dati utili a migliorare di volta in volta elementi rilevanti di un prodotto o servizio e, soprattutto, a personalizzarlo.

Non è così inconsueto notare brand che propongono ai consumatori, nei propri punti vendita o in spazi creati appositamente, siano essi digitali o fisici, di interfacciarsi con un proprio prodotto e/o servizio o partecipare ad eventi esclusivi. Sono innumerevoli gli esempi di aziende che fanno della partecipazione sensoriale il proprio punto forte, sia negli esercizi, stimolando l’olfatto e il tatto, sia nei propri e-commerce, con visual e copywriting di forte impatto per la vista.

Obiettivo del marketing esperienziale è, quindi, quello di permettere alle aziende di essere abili nel far interagire il prodotto o servizio con le attività quotidiane del pubblico, calando la marca nel mondo reale e pratico, senza trascurare eventuali elementi di incognita o imperfezioni.

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