La Decima Sinfonia di Beethoven, completata dall’IA, in concerto a Torino per la Tech Week
Le potenzialità offerte dall’Intelligenza Artificiale in campo artistico sono senza limiti e l’utilizzo di questo strumento permette di aprire determinati scenari fino a qualche tempo fa inimmaginabili. Chi avrebbe mai pensato che una sinfonia lasciata incompleta da Beethoven sarebbe stata ultimata e suonata dal vivo nel 2023?
Eppure, questo è ciò che è successo a Torino il 27 settembre in occasione della Tech Week, il più importante evento italiano sulla tecnologia, organizzata da GEDI e tenuto alle OGR. La sala delle fucine si è trasformata in una vera e propria macchina del tempo, trasportandoci direttamente al 1827, anno in cui Beethoven spirò lasciando incompleta la sua Decima Sinfonia. Un’opera che, più di 200 anni dopo, finalmente vedrà la luce, omaggiando così il talento di uno dei compositori più importanti della storia dell’umanità.
Tutto ciò è stato possibile grazie ad una connessione internazionale tra il Karajan Institute di Salisburgo, che ha avuto la lungimiranza e l’ambizione di ideare il progetto, e la Rutgers University del New Jersey, la quale ha abbracciato appieno la proposta mettendo a disposizione e riunendo un pool di esperti di IA, membri della start up “Platform AI”, e musicologi per dare vita ad un’opera che altrimenti sarebbe rimasta incompleta.
L’onere e l’onore di suonarla in occasione dell’apertura della kermesse tecnologica, che tra gli altri ha ospitato gli interventi di Brian Chesky, CEO e co-founder di Airbnb, Sam Altman, CEO e co-founder di OpenAI, e John Elkann, CEO Exor & Chairman Stellantis and Ferrari, sono stati affidati all’Orchestra del Laboratorio del Suono, diretta e fondata da Mauro Tabasso nel 2000.
Il complesso, nato con lo scopo di far suonare tutti e condividere la gioia portata dalla musica, conta una settantina di elementi di varie età. Tabasso, sicuro fin dall’inizio della buona riuscita dell’evento, rispondeva così a chi gli chiedeva cosa ne avrebbe pensato Beethoven:
“C’è una diatriba mai sopita, ma penso che se Beethoven fosse vissuto ai giorni nostri, probabilmente avrebbe utilizzato tutti gli strumenti musicali e tecnologici a sua disposizione per suscitare le emozioni uniche e potenti che la sua musica sa evocare. Per realizzare un brano come questo bisogna essere creativi, sensibili e competenti. Tre talenti che aveva Beethoven. La macchina ha fatto un ottimo lavoro, ma è stato eccezionale chi l’ha portata a produrre questo. Io mi sono emozionato, penso che Beethoven si riconoscerebbe in questa musica”.
Dunque, il frutto dell’incontro tra menti geniali di epoche differenti è stato dimostrazione del fatto che l’intelligenza artificiale, posta nelle mani giuste e utilizzata in maniera consapevole, rappresenti una risorsa preziosa e un’alleata per la mente, l’intelligenza e la creatività umana. Mediability è sempre attenta alle novità legate al mondo della comunicazione e delle ultime tecnologie, per essere aggiornata e al passo con i tempi. È grazie a questo che siamo in grado di rispondere in maniera adeguata alle esigenze dei nostri clienti. Contattaci per saperne di più!